Se la bibliografia contiene solo le indicazioni generali di tutte le fonti citate nella tesi, le note a piè di pagina spiegano in modo più preciso dove possono essere trovate le informazioni.
Dove si inseriscono le citazioni nel testo
Solitamente le note sono indicate nella posizione dell’esponente, e sono ordinate in ordine progressivo. La nota all’interno del testo deve essere scritta fuori dalle virgolette e seguita dalla punteggiatura.
Come citare le fonti a piè di pagina nella tesi? Ecco un esempio: “Continua a leggere l’articolo, scoprirai informazioni utili per la tua tesi”¹.
Come citare le fonti a piè di pagina nella tesi o in altri elaborati
Una volta indicata la citazione nel testo, a piè di pagina si scriveranno, secondo questo ordine, le informazioni:
- Nel caso di un libro: N. Cognome, Titolo in corsivo, Casa editrice, Città anno della pubblicazione, p./pp.XX.
- Nel caso di un articolo da quotidiano: N. Cognome, Titolo in corsivo, «Quotidiano», Giorno Mese Anno, p./pp.XX.
- Articolo da rivista: N. Cognome, Titolo in corsivo, «Rivista», annata in numero romano, numero (anno), p./pp.XX.
Quando l’autore ha più nomi, le seconde o terze iniziali vanno puntate senza inserire spazi tra le lettere: es. L.G. Nome.
Come citare le fonti a piè di pagina nella tesi quando un testo ha due o tre autori: D. Rossi – R. Bianchi, Titolo in corsivo, Casa editrice, Città anno della pubblicazione, p./pp.XX.
Se invece il testo ha più di tre autori, puoi elencare tutti i nomi o limitarti a scrivere: D. Rossi et al., Titolo in corsivo, Casa editrice, Città anno della pubblicazione, p./pp.XX.
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Cosa significa Ivi, Ibidem o Cfr
Ivi è un avverbio di luogo che sottolinea l’identità, “nello stesso spazio”. Ciò significa che, se la stessa identica fonte si presenta in due o più note contigue, e a cambiare è solo il numero della pagina, nella seconda citazione e in quelle seguenti puoi non ripetere la fonte per intero, ma scrivere semplicemente: Ivi, p.XX.
Se anche il numero di pagina rimane invariato, e quindi la citazione che devi scrivere è esattamente identica alla precedente, scrivi: Ibidem. Ibidem infatti, è un avverbio, e significa “in quello stesso luogo”.
Attenzione: Ivi e Ibidem devono essere sempre scritti con l’iniziale maiuscola e in stile corsivo. Dopo Ivi occorre inserire una virgola, seguita dal numero di pagina o dall’intervallo a cui si fa riferimento e concludere la citazione della fonte con un punto. Per la punteggiatura di Ibidem invece, è sufficiente scrivere il punto dopo la parola.
Quando devi rimandare alla consultazione generale di una fonte, scrivi esattamente così: Cfr., che significa confronta.
Qualche esempio di citazione con Ivi, Ibidem e Cfr.
La prima volta che cito la fonte, utilizzo la citazione completa: M.P. Favaretto, M. Villa, Food & Wine marketing 4.0: comunicare l’impresa agroalimentare nel web, Palermo, D. Flaccovio, 2019, p.210.
Se la citazione successiva è identica, sciverò: Ibidem.
Invece, se nella citazione seguente varia il numero della pagina, scriverò: Ivi, p.107.
Qualora dovessi aggiungere una fonte diversa, anche in questo caso la prima volta andrà scritta per esteso.
Se poi dovessimo tornare a far riferiemtno alla prima citazione che abbiamo utilizzato in questo esempio, dopo il titolo del libro scriveremo cit. e il numero della pagina. In questo modo: M.P. Favaretto, M. Villa, Food & Wine marketing 4.0: comunicare l’impresa agroalimentare nel web, cit. p. 345.
Poniamo il caso che tu voglia inserire nella nota seguente anche un riferimento per la consultazione generale di un’altra opera. Per farlo basterà scrivere la fonte, e poi Cfr. C. Meo, Food marketing: creare esperienze nel mondo dei foodies, cit. p.16.
Scopri anche come citare le fonti nella tesi di laurea: guida online per note a piè di pagina, bibliografia e sitografia, e approfondisci l’impaginazione della tesi con questo articolo sulla numerazione delle pagine della tesi.
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